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C’è una città che suona. Una bella musica, certo non sempre felice, ma almeno non monotona e sempre fantasiosamente multiculturale. Non sappiamo quanto il governo di partiti razzifascisti travestiti da 118 cercherà di impedire a tante e tanti di suonare. Certamente la musica cambierà con Landiscina sindaco, ritornando a melodie vetuste e anacronistiche come i simboli di una storia che avremmo voluto finita eppure è apparsa violentemente persino al Sociale durante il dibattito tra i candidati al ballottaggio.
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