Cgil, Cisl, Uil/ Attuare davvero l’accoglienza

Per uno scherzo crudele e tragico del potere europeo si decide giustamente di dare accoglienza europea alle vittime dell’invasione russa dell’Ucraina ma si fanno nella direttiva vergognosi distinguo tra loro per evitare che persone non di nazionalità ucraina colpite dalla guerra in Ucraina possano avere protezione e diritti in Europa. La fortezza Europa non si smentisce e non applica il diritto internazionale né l’umanità, ma si fa almeno carico dell’accoglienza di una parte delle vittime. Ma, se la Direttiva europea pur con grevi limiti segna almeno un passo avanti che supera per molti Ucraini l’assurdo e iniquo sistema ancora in vigore per tutti gli altri migranti provenienti da altre guerre non meno sanguinose e costretti dalle leggi europee e italiane a morire in mare o nelle tante rotte della disperazione, c’è anche il rischio che neppure la parte positiva delle nuove norme trovi in Italia applicazione concreta e celere e che con questa nuova “emergenza” si reiterino le procedure irrazionali e oppressive che già adottate per altre crisi perpetrino un sistema dell’accoglienza disorganico, costoso, ingiusto e causa di sofferenze per tanti. Per questo Cgil, Cisl e Uil chiedono, con una puntale lettera che pubblichiamo integralmente, una serie di richieste al Prefetto di Como, rappresentante del governo.

«Crisi Ucraina, appello urgente per la protezione dei rifugiati

Illustrissimo Sig. Prefetto, dr. Polichetti,

Il conflitto bellico in corso in Ucraina sta spingendo molte persone a cercare rifugio nei paesi limitrofi. Le Nazioni Unite stimano in almeno 100mila le persone sfollate all’interno del Paese e in almeno 300mila coloro che forzatamente hanno già lasciato l’Ucraina, diretti soprattutto verso la Polonia, la Romania e Moldova. Si stimano fino a 5 milioni le persone che potrebbero chiedere asilo in altri Paesi.

Per quanto concerne l’accoglienza, il DL 16/2022 approvato proprio ieri, rappresenta il primo passo per l’attivazione di misure di assistenza comprese quelle per l’assistenza sociale, le cure mediche, per l’inserimento nel sistema scolastico dei minori, per l’accesso alla formazione professionale e per le politiche attive del lavoro.

La riunione dei Ministri dell’Interno dei Paesi dell’Ue ha prospettato la possibilità che venga adottata da
parte del Consiglio dell’UE, la procedura di carattere eccezionale che garantisce, nei casi di afflusso massiccio o di imminente afflusso massiccio di sfollati provenienti da paesi terzi che non possono rientrare nel loro paese d’origine, una tutela immediata e temporanea alle persone sfollate, in particolare qualora vi sia anche il rischio che il sistema d’asilo non possa far fronte a tale afflusso senza effetti pregiudizievoli per il suo corretto funzionamento, per gli interessi delle persone di cui trattasi e degli altri richiedenti protezione”, prevista dalla Direttiva 2001/55/CE.

L’applicazione della Direttiva permetterebbe al Presidente del Consiglio dei Ministri di adottare ai sensi
dell’art. 20 del TUI, un decreto con le misure di protezione temporanea per la durata massima di un anno,prorogabile una sola volta per un periodo di tempo di pari durata. Ciò garantirebbe la protezione
temporanea di coloro che stanno tentando di mettersi al riparo dal conflitto in atto, attraverso il rilascio di
un permesso di soggiorno valido per svolgere una attività di lavoro, per studiare in Italia e per attivare la procedura di ricongiungimento familiare nei confronti dei parenti che non sono riusciti a mettersi in salvo.Ovviando eccezionalmente ai limiti in essere (18 anni per i figli, genitori con meno di 65 anni nonostante
abbiano figli presenti sul territorio ucraino, genitori con più di 65 anni anche se non inabili al sostentamento).

Tutto ciò senza precludere la possibilità di chiedere la protezione internazionale da parte coloro che
ritengano di rientrare nella posizione tutelata dalla Convenzione di Ginevra del 1951, dalla Direttiva “qualifiche” Ue e dalle disposizioni contenute nel TUI riguardanti la protezione speciale. Tale possibilità
deve essere garantita anche ai cittadini ucraini che si trovano già in Italia in virtù del diritto al soggiorno per motivi di turismo, ancorché scaduto. È indispensabile, pertanto, che l’Ucraina venga estromessa dall’elenco dei cd Paesi sicuri.

È necessario, infine, che venga garantito ai cittadini ucraini che già risiedono in Italia il rinnovo automatico
del permesso di soggiorno, qualora scaduto, e garantire agli stessi la possibilità di accedere in modo
accelerato alle procedure di ricongiungimento familiare al fine di farsi raggiungere dai parenti rimasti in
Ucraina o che si trovano in paesi non appartenenti all’Ue.

Ci rivolgiamo a Lei, affinché tale appello possa essere urgentemente indirizzato al Governo.

Ci pare opportuno e coerente con la presa di posizione del Governo sulla crisi ucraina chiedere un impegno concreto per le competenze territoriali: impegnarsi a dare tempi certi e brevissimi alla concessione dei nulla osta; costituire fin d’ora efficaci reti dedicate all’accoglienza sul territorio e che le Commissioni territoriali deputate alla valutazione delle domande di protezione internazionale abbiano canali privilegiati e prioritari, e il Suo e delle altre Prefetture in Lombardia un intervento di concerto presso i signori Questori per coloro che, già presenti sul territorio si trovassero a dover rinnovare il permesso di soggiorno per ricerca occupazione.

Ci sembra, anche, buona occasione il chiedere una accelerazione delle procedure di emersione sia per la
competenza d’analisi e valutazione della Prefettura sia per il conseguente sollecito rilascio del permesso di soggiorno da parte della Questura.

Certi della Sua attenzione, porgiamo distinti saluti. [U. Colombo, Cgil Como, D. Magon, Cisl dei Laghi, S. Monteduro, Uil del Lario]

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